Lavorano da dieci anni negli uffici del Comune e del Tribunale: il nuovo orario ridotto di un terzo
Le dipendenti dell’azienda di pulizie Team Service, iscritte quasi tutte a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Adl/Cobas e Sls, che lavorano negli uffici del Comune e del Tribunale da dieci anni si sono rifiutate di firmare il nuovo contratto con l’impresa sub-entrante, Issi Italia, quando hanno constatato che il nuovo orario settimanale di lavoro era stato, in genere, ridotto di un terzo. In pratica avrebbero guadagnato meno soldi.
Tra le donne in rivolta anche tante nigeriane, tra cui Imaculata Idagbama, Patient Aghedo e Juliet Ebigbodin, alcune marocchine e rumene, tra cui Cadigia Fhadi e Nelice Marian ed anche un gruppetto di italiane. «Sotto la nuova azienda dovrei lavorare non più 36 ore alla settimana, ma solo 20 ore», spiega Aghedo, «come farei a vivere con la metà di quanto prendevo prima? Ho il marito che non lavora ed ho la famiglia a carico?». Con la rabbia negli occhi anche Nelice Marian. «Faccio pulizie in Comune dal 2006», dice la rumena, «ho sempre lavorato 38 ore alla settimana. Come farò a vivere con meno soldi? Tutte noi innanzitutto ringraziamo Rosa, il sindacalista di Sls perché senza di lui non avremmo mai aperto gli occhi su questo pasticciaccio».
Ma di chi è la responsabilità di questo pateracchio, che ha uno stretto rapporto con la Spending Rewiew, a cui deve sottostare anche il Comune di Padova? «Ancora una volta gli effetti della riduzione della spesa pubblica vengono fatti ricadere sulle spalle dei lavoratori», sottolinea Vittorio Rosa. «Come hanno fatto il Comune, la Team Service e la stessa Issi Italia a tentare di far passare tale passaggio di appalto senza avvisare prima i lavoratori dei soldi che avrebbero perso?» Sintetici i commenti di Antonio Imbriani: «Le responsabilità vanno fatte ricadere anche sulla Team Service». «In questa storia il Comune non ha responsabilità», afferma Andrea Barbato.
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