Pasqua lavorativa al Billa. «Intervenga la politica»

MESTRE. Riesplode la guerra delle cassiere e delle commesse contro il lavoro nei giorni festivi, programmato anche quest’anno a Pasqua. Basta andare a vedere on line le aperture straordinarie già in calendario dei supermercati Billa per constatare che non saranno pochi i punti vendita di uno dei tanti marchi di Rewe Group, colosso tedesco, a restare aperti. Per quanto riguarda Venezia, che comunque è città d’arte e quindi con delle regole diverse, porte aperte ai centri Billa di Cannaregio 3027 (8-20.30), Dorsoduro 1491 (8.30-21.30), Cannaregio 3660 (8-21.30), S. Polo 2605 (8.30-21.30), Santacroce, fondamenta Rio Marin (8.30-21.30) e Lido (viale S.M. Elisabetta, 8-21.30), mentre a Mestre, chiuso il supermercato di Rione Pertini, è aperto quello di corso del Popolo (8-13.30). Aperto anche il Billa di Sottomarina (8.30-13.30).

Ma le lavoratrici ed alcuni utenti stanno già cominciando a protestare. Ad esempio, al Centro Giotto-Auchan, di Padova tre giorni fa sono stati distribuiti ai consumatori una valanga di volantini, sui quali era scritto, testualmente, la seguente frase “ Il riposo è un diritto dei lavoratori. Oggi lo tolgono a loro. Domani toccherà a te. Dimostriamo la nostra solidarietà ai lavoratori della Grande Distribuzione e boicottiamo la spesa nel giorno di Pasquetta”. Il documento non è firmato, ma quasi certamente è stato distribuito dai giovani dei centri sociali.

«La liberalizzazione totale degli orari del commercio risale alla fine del 2011, quando il Governo Monti-Passera emanò il Decreto Salva Italia», dice Vittorio Rosa, coordinatore di SLS (Sindacato Lavoro e Società). «È arrivata l’ora che il nuovo Governo lo abolisca e in materia di aperture e di orari del commercio adegui l’Italia agli altri Paesi dell’Unione Europea».

In relazione alla scelta già effettuata dal Gruppo Billa di tenere aperti alcuni supermercati anche a Pasqua, prende posizione Tiziana D’Andrea, la ex commessa trevigiana che il 7 ottobre 2012 coordinò la manifestazione del movimento “Domenica, No Grazie!” che si tenne a Treviso e che da allora rappresenta la figura leader. «Non mi sorprende che ancora una volta sia il colosso straniero Billa ad avere deciso per primo l’apertura di alcuni punti vendita di generi alimentari domenica 20 aprile», sottolinea la D’Andrea che oggi, dopo aver deciso di lasciare il lavoro, si dedica totalmente alla crescita e all’educazione del figlio oltre che alle azioni del Comitato contro il lavoro festivo. «L’aspetto curioso della faccenda è che l’azienda tiene chiusi i punti vendita in Germania, mentre qui in Italia li apre. Passano gli anni, cambiano i governi, ma la legge sulla liberalizzazione del commercio, iniziata con l’ex ministro Pier Luigi Bersani e resa ancora più pesante dal Decreto Monti della fine del 2011, non viene ancora messa in discussione. Deve dunque essere la politica a intervenire per stroncare il consumismo esasperato. Per quanto riguarda il nostro movimento, che ha raggiunto migliaia di adesioni su Facebook e non ha nessuna casacca sia partitica che sindacale, noi non abbiamo smesso di lottare. Quasi certamente, proprio alla vigilia delle festività pasquali, torneremo a mobilitarci con una nuova azione spettacolare».

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