Precarie da anni: le maestre d’asilo vogliono l’assunzione

Hanno lavorato come maestre educatrici nelle scuole di infanzia o nelle scuole materne comunali. Anche per dieci anni di seguito, con contratti a termine e con il “cappio al collo” dell’assunzione vista come un miraggio. Quindi zitte, mai una protesta. Mai una richiesta di troppo, anzi nemmeno di diritto. E sempre a sottoscrivere quei contratti temporanei anche oltre il limite dei 36 mesi non ammessi dalla normativa, e senza l’indicazione del collega sostituito o della motivazione di quella assunzione a termine (malattia, infortunio, maternità del titolare del contratto a tempo indeterminato). Una ventina di maestre sostenute dal Sls (Sindacato Lavoro Società) di Vittorio Rosa hanno presentato un ricorso al tribunale del lavoro di Padova, difese dall’avvocato giuslavorista Emanuele Spata. Sostengono che tutti i contratti sottoscritti con il Comune sono fuori da ogni regola. Di più, sono illegittimi. E reclamano l’assunzione a tempo indeterminato. Le prime udienze sono state fissate tra aprile e maggio 2016: i tempi della giustizia, purtroppo, sono lunghi.

Ma all’orizzonte si profilano nuove vertenze.Un’altra ventina di maestre stanno predisponendo altrettanti ricorsi per conquistare finalmente un posto di lavoro stabile. La storia di Angela (nome di fantasia per tutelare la lavoratrice), 41 anni, è emblematica. Ed è la storia di tante altre maestre. Nel 2004 la prima assunzione a termine in un asilo di Padova gestito dal Comune: lavora ben 51 giorni dal 22 settembre al 31 dicembre 2004. Il 10 gennaio 2005 riassunzione fino al 30 settembre per un totale di 106 giorni. Terza assunzione a termine dal 3 ottobre 2005 al 30 giugno 2006 (8 mesi); quarta assunzione dal 4 settembre al 4 dicembre 2006 (3 mesi); quinto contratto a termine dal 2 luglio al 31 agosto 2007 (2 mesi); sesto contratto di 21 mesi dall’1 settembre 2010 al 26 agosto 2011, poi prorogato al 29 giugno 2012; settimo contratto di 9 mesi dall’1 ottobre 2012 al 30 giugno 2013; infine ottavo contratto a termine di ben 9 mesi dal 2 settembre 2013 al 30 giugno 2014. Per un totale di 56 mesi di lavoro nel ruolo di insegnante precaria.

Eppure nonostante le “correzioni” normative da parte del legislatore «che hanno segnato un progressivo incremento del fenomeno dei rapporti di lavoro flessibili», scrive l’avvocato Spata nel ricorso, anche la normativa comunitaria ha posto degli argini per prevenire abusi di contrattazioni a termine. Argini calpestati, insiste il legale, tanto che lo stesso Comune di Padova se ne sarebbe reso conto in occasione della firma dell’ultimo contratto. Un contratto stipulato nonostante il superamento dei 36 mesi, considerando i due contratti a termini precedenti, in violazione dell’articolo 5 del decreto legislativo 368 del 2001 secondo il quale «quando si tratta di due assunzioni successive a termine… il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato».

E allora, che fa il Comune? Richiama la maestra «costretta, sotto la minaccia del mancato rinnovo, a sottoscrivere un’appendice per far figurare la data del rapporto di lavoro inferiore ai 36 mesi». Il termine finale viene anticipato dal 30 giugno al 31 gennaio 2014: la docente, sempre tutelata dal Sindacato Sls e dal legale Spata, impugna il contratto e l’appendice sottoscritta. E al Comune non resta che prorogare l’accordo fino alla data originariamente indicata, il mese di giugno. Conclude il ricorso: «Il Comune di Padova ha approfittato del proprio diritto di sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato… senza alcuna limitazione temporale, senza alcuna indicazione del lavoratore da sostituire o della causa di sostituzione come espressamente richiesto dal contratto nazionale».

 

Leggi l’articolo: http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/03/12/news/precarie-da-anni-le-maestre-d-asilo-vogliono-l-assunzione-1.11032610?ref=search

 

vittorio art maestre

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