Stazione delle corriere nel degrado senza bagni e sale d’attesa

Che differenza tra l’autostazione di Vicenza, a fianco delle Ferrovie dello Stato e quella di Padova, aperta cinque anni fa dopo la chiusura di piazzale Boschetti. In quella del capoluogo berico, prima di accedere alle corsie esterne, c’è un ampio salone al coperto, dove si trovano una spaziosa biglietteria delle Ftv e dell’Aim, una grande sala d’attesa, in alto un grande tabellone elettronico dove sono indicate le partenze per i paesi della provincia. I clienti hanno a disposizione anche un bar ed un bagno sempre funzionante.

All’autostazione di BusItalia, ex Sita Nord, tutto è ancora precario. La biglietteria è ubicata ancora in un container, preso a noleggio dalla Jolly Box. Non c’è alcun tipo di sala d’attesa e quindi gli utenti devono attendere la corriera o al freddo in inverno o al caldo, in estate. I monitor degli orari sono guasti sin dal primo giorno d’installazione. Dovendo fare una tappa in bagno, bisogna andare al binario 1 della vicina stazione, la cui toilette costa un euro ed anche per individuare la corsia di partenza del proprio bus bisogna peregrinare per le tredici corsie esistenti. Il bello è che la nuova biglietteria, realizzata quasi davanti a quella, precaria, attuale, è già pronta da un anno, ma nessuno sa esattamente perché non venga aperta al pubblico. Nel frattempo in quella che tutti gli utenti definiscono la “più brutta e la più inefficiente del Veneto” il degrado cresce giorno dopo giorno. Martedì mattina è stato sufficiente fare un giro all’interno dell’autostazione con il fotografo per verificare che dietro la biglietteria nel container c’era una grande quantità di feci umane e che davanti a quella non ancora inaugurata c’erano due “belle” siringhe lasciate sul posto da tossicodipendenti della zona.

Tra i più arrabbiati ci sono anche i sindacalisti del settore. «Come fanno i dirigenti e gli amministratori di BusItalia, tra l’altro di proprietà al cento per cento delle Ferrovie dello Stato e quindi pubblica, a tollerare una situazione simile, che dura da circa cinque anni» sottolinea Vittorio Rosa, segretario di Sls ( Sindacato, Lavoro e Società); «Lo sanno i vertici aziendali che tra le migliaia di passeggeri quotidiani, che prendono il bus nella struttura di viale della Pace ci sono anche i turisti che vanno a prendere l’aereo al Marco Polo di Venezia? Che ricordo di Padova si porteranno a casai? E’ questa, infine, l’immagine strutturale della società di Tpl che ha appena incorporato per fusione l’Aps Holding spa?»

 

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