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LA SENTENZA

PADOVA – L’autista ha una invalidità civile, così Busitalia prima ha provato a reintegrarlo e poi lo ha licenziato. Ma lui, 62 anni, ha deciso di farsi affiancare dal sindacato Sls (sindacato lavoratori società) e con il supporto legale dell’avvocato Spata ha mosso una causa di lavoro.

E lo scorso 18 luglio il giudice Silvia Rigoni gli ha dato ragione, ordinando a Busitalia il reintegro nel suo posto di lavoro. Tutto è iniziato cinque anni fa quando all’autista è stata riconosciuta una invalidità civile per problemi fisici, e in automatico è stato dichiarato non idoneo a guidare gli autobus. I vertici della società di trasporto pubblico, però, non sarebbero riusciti ad allocarlo in un altro settore come ad esempio la biglietteria. Così Busitalia ha optato per il licenziamento.

In un primo momento si è tentato di risolvere il contenzioso davanti all’Ispettorato del lavoro, ma senza successo. Così il 62enne, appoggiato dal sindacato Sls, ha mosso causa alla sua azienda e ha vinto.

Il Tribunale ha accertato la nullità del licenziamento intimato al lavoratore. In secondo luogo ha condannato il datore di lavoro a reintegrare l’autista nel posto di lavoro, oltre che al pagamento di una indennità commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto maturata dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegrazione, dedotto quanto percepito nel periodo di estromissione, per lo svolgimento di altre attività lavorative, nonché, per il medesimo periodo, al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.

Infine il giudice ha condannato Busitalia a rifondere al lavoratore delle spese processuali per un ammontare di 9 mila euro al 15% per spese generali.

«Adesso il lavoratore – ha spiegato Rosa di Sls – ha due possibilità: decidere di essere reintegrato al lavoro oppure chiedere il risarcimento del danno unitamente al versamento della contribuzione e della retribuzione. È già il terzo caso» ha proseguito Rosa «che abbiamo trattato come Sls per un dipendente di Busitalia: il risultato finale è stato sempre lo stesso. Quando il tentativo obbligatorio davanti all’Ispettorato del lavoro non va a buon fine, dobbiamo rispondere con il ricorso al Tribunale del lavoro. Il lavoratore era stato licenziato giusto un anno fa».

M.A.