Reintegrate 4 maestre precarie

La resa dei conti è già arrivata. O meglio sta arrivando. E per il Comune non si preannunciano bei periodi. Quattro maestre delle scuole materne e degli asili della città hanno vinto il ricorso davanti al giudice contro il Comune di Padova che ne ha ordinato il reintegro in servizio. Altri 30 ricorsi simili sono in corso e quindi è presumibile che vadano a finire allo stesso modo. Una vittoria per il sindacato Lavoro e Società con l’avvocato Emanuele Spata. La situazione era venuta alla luce nell’agosto scorso quando il Comune decise di non attingere più dalla graduatoria comunale che vedeva almeno 300 maestre in lista, delle quali 150 erano pronte a tornare tra i banchi. Perché Palazzo Moroni cambiò strategia? Era stato lo stesso Vittorio Rosa del sindacato a chiarirlo: «Le 150 maestre sono vicine all’anzianità di 36 mesi di insegnamento o l’hanno già raggiunta. Per questo il Comune non le chiama più per non essere costretto a stabilizzarle». Infatti le insegnanti sono rimaste tutte a casa e il Comune ha attinto ad insegnanti nuove, che non avevano anzianità, almeno con il Comune. Ma la legge – lo hanno confermato le sentenza di questi giorni del giudice Mauro Dallacasa – è a tutela del lavoratore e non dell’ente pubblico. «Non è ammissibile far fare ad una maestra 35 mesi e poi salutarla per non doverla assumere» aggiunge Rosa «tutte le 150 insegnanti provenivano da corsi di formazione qualificati».

 

Cosa succede ora che l’amministrazione comunale ha già provveduto ad assumere altre 30 insegnanti e se ne ritrova a dover pagare in tanto altre quattro e probabilmente una trentina? Non si sa. In uno dei 4 ricorsi vinti il Comune ha confermato che la maestra non è stata assunta perchè aveva già stipulato contratti a termine in tale posizione lavorativa per più di 36 mesi. Il passaggio è chiarito bene nel ricorso presentato da Spata. «La lavoratrice si aspettava di essere chiamata, come ogni anno per l’affidamento di un incarico. Atteso inutilmente l’avvio dell’anno scolastico, veniva contattata all’amministrazione che le comunicava telefonicamente che non sarebbe stata chiamata per l’annuale supplenza in quanto avrebbe superato i 36 mesi di contratto con il Comune. La lavoratrice aveva la prontezza di registrare la telefonata e così che veniva a conoscenza che il Comune di Padova non aveva alcuna intenzione di chiamare sia lei che tutte le altre sue colleghe che si trovavano nella medesima condizione, ma aveva provveduto ad attingere alla graduatoria utilizzando coloro che si trovavano collocate nella graduatoria al di sotto delle aventi diritto.

 

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