Fusione trasporto l’ok della giunta «Taglio di corse»

Come è stato già deciso nella seduta di giunta di ieri, la delibera del progetto di fusione tra Aps Holding Spa, società di proprietà del Comune, e BusItalia, azienda controllata al 100% dalle Ferrovie dello Stato, sarà discussa e quasi certamente approvata dopodomani in consiglio. E fatte salve alcune limitate novità, è una fotocopia della delibera che fu presentata dalla giunta precedente guidata da Ivo Rossi e congelata dal consiglio.

La novità politico-economica contenuta nella delibera che sarà illustrata direttamente da Bitonci, riguarda il rapporto del futuro capitale sociale all’interno della newco che si chiamerà BusItalia Veneto. Mentre ai tempi di Rossi e di Amedeo Levorato il rapporto delle azioni era di 56% per BusItalia e 44% per Aps, oggi è passato a 45% per Aps e 55% per l’ex Sita Nord. Un punto in più a vantaggio del Comune ottenuto perché il canone d’affitto dei beni aziendali dell’Aps a BusItalia Veneto scende da 2.410.000 a 1.660.000 euro, con un risparmio per la newco di 700 mila euro nei primi tre anni. La nuova società avrà un fatturato iniziale di oltre 90 milioni e un reddito operativo di 5,7 milioni. Secondo il piano industriale, nel 2017 il fatturato dovrebbe salire a 92,5 milioni e il reddito operativo a 6,7 milioni.

La delibera non contiene il nuovo accordo sindacale chiesto dai rappresentanti dei lavoratori, fermi quindi al protocollo d’intesa sottoscritto dalle ex Rsu e dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl ed Adl/Cobas assieme a Rossi. Protocollo in cui, già sette mesi fa, venivano garantiti sia i livelli retributivi che occupazionali dei 506 dipendenti Aps. Anche qui, però, c’è una novità a vantaggio degli autoferrotranvieri: l’obbligo di non cambiare la sede di lavoro sale da 3 a 6 anni. Ma la partita della fusione si gioca anche sui tagli delle corse. «La fusione prevede il taglio di 1,8 milioni di chilometri», dice Stefano Pieretti, ieri ricevuto da Bitonci e dall’assessore Grigoletto assieme a Vittorio Rosa, di Sls. «Per gli abbonati saranno lacrime e sangue. Già oggi il servizio è carente. Quando la fusione diventerà esecutiva, specialmente nelle ore di “morbida” (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18), bus e corriere si vedranno con il contagocce. Nei giorni festivi, poi, un bus sarà atteso per oltre un’ora. Su alcune tratte, ad esempio quella che porta a Piove di Sacco, ci saranno meno corse delle linee 5 e 16 e in direzione di Vicenza meno corse del 10. Il servizio pubblico peggiorerà anche in provincia. Già oggi, alla domenica, non c’è neanche una corriera che va a Conselve, Bagnoli di Sopra ed Anguillara o verso i paesi dei Colli Euganei. A fusione fatta in tante zone della provincia, compresi i paesi della cintura, ci si potrà spostare solo in auto». Siglato l’accrodo sul premio di risultato, che riguarda flessibilità e vendita di biglietti sul bus a bordo: è di 660 mila euro (stessa cifra del 2013) da distribuire nel 2015 in due tranche.

 

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