«Danno erariale per le maestre saranno in 60 con 30 cattedre»

Venerdì arrivano a sentenza altre 26 cause intentate da maestre dell’asilo escluse dall’assunzione dal Comune per il corrente anno scolastico visto che avevano già 36 mesi di anzianità e assumerle avrebbe voluto dire farlo a tempo indeterminato. Per il sindacato Lavoro Società, rappresentato da Vittorio Rosa che si avvale dell’avvocato giuslavorista Emanuele Spata ci sono pochi dubbi che il giudice si esprima in maniera diversa dai 4 casi della settimana scorsa, visto che si tratta sostanzialmente di ricorsi fotocopia. Ossia che ordini la riassunzione al lavoro. «Se il Comune si ritroverà in servizio 60 maestre, ossia le 30 che ha assunto pescando non fra le prime e le altrettante che sarà costretto a riassumere a fronte di 30 cattedre, si potrebbe profilare il danno erariale per l’ente» ipotizza l’avvocato Spata «noi non escludiamo di segnalarlo alla Corte dei Conti. Infatti si tratta di insegnanti che non possono essere dirottate in altri servizi. Inoltre nella nostra lettera del 16 settembre avevamo scritto all’amministrazione che si poteva profilare la responsabilità erariale. Tesi che trova conferma anche nella circolare 3 del 2015 a firma del ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Maria Anna Madia quando cita “un orientamento volto al superamento del precariato nel settore scolastico del quale i Comuni potranno tenerne conto”».

 

Di diverso parere il Comune che dà una interpretazione diametralmente opposta del problema. «Il Tribunale con due distinte ordinanze emesse il 5 novembre chiede al Comune di includere le ricorrenti – ossia due educatrici che erano state saltate nella graduatoria per le assunzioni, per ottemperare alla sentenza dalla Corte di Giustizia Europea contro il precariato – nelle procedure di assunzione. L’organismo sovranazionale intendeva combattere il precariato, impedendo che un contratto a tempo determinato, stipulato da enti pubblici, potesse essere rinnovato oltre un periodo di 36 mesi consecutivi» spiega Matteo Cavatton, assessore con delega all’Avvocatura civica «Il Tribunale ha chiarito che le educatrici potranno essere reintegrate nella graduatoria dalla quale la loro posizione era stata espunta, ossia riacquisire il diritto e la legittimazione ad essere assunte. Ciò significa che, in caso di necessità ulteriori, ovvero, per esempio, in caso di malattia o maternità di un’educatrice assunta a tempo determinato o indeterminato, le ricorrenti potrebbero essere contrattualizzate come supplenti, qualora la loro originaria posizione in graduatoria lo consentisse. Il Tribunale non ha, quindi, né reintegrato nel posto di lavoro le educatrici che erano state saltate nella graduatoria, né messo a repentaglio le educatrici che sono state assunte per l’anno in corso». Si vedrà quindi chi ha ragione.

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